per contribuire ad una
migliore comprensione dell’argomento trattato nel presente Blog desidero un gentilissimo contributo ricevuto dal Prof. Dott. Umberto
Bartocci.
Quanto sotto riportato
rappresenta una preziosa sintesi delle considerazioni che egli ha espresso nel corso della sua, lunga,ricerca. Nel testo è indicato l’indirizzo internet dove è
possibile leggere la disamina completa della tesi in merito alla intuizione del
Dott. Olinto De Pretto.
Si prega, chi fosse
interessato ad approfondire l’argomento, di iniziare la lettura ritornando al primo post
pubblicato.
Si ricorda anche che, al
seguente indirizzo, è possibile leggere i testi dei libri di Olinto De
Pretto e del Prof. Bartocci:
https://drive.google.com/drive/folders/0ByuLt5elLpAhbE9ka25wWHhjMVE?resourcekey=0-rOmbBqqaAMdYbm8UgSN4eA&usp=sharing
Segue testo del commento del Prof. Bartocci.
che riconduce la mia mente
a quella difficile questione del fattore 1/2 che si trova in effetti nella
trattazione di De Pretto, e non in quella di Einstein.
Me ne occupai in maniera estesa e presumo
definitiva in:
(in detto articolo, come è spesso usuale, ho
posto c = 1).
Cerco adesso di ricapitolare la questione
(soprattutto per me stesso) per come la ricordo.
1 - Non v'è dubbio che l'espressione E = m*(c^2)
fornisce un'espressione per l'energia di un corpo nella meccanica
relativistica, dove m è però la massa relativistica del corpo, ossia m =
M*gamma . Qui M eè invece la massa propria del corpo, ovvero la massa che ad
esso compete in un riferimento in cui sia in quiete.
2 - Da detta espressione si trae l'espansione in
serie nel parametro v/c che compare nel famoso fattore gamma:
E = M*gamma*(c^2) = M*(1 + (v^2)/2*(c^2) + ...
)* (c^2) =
= M*(c^2) + (M*(v^2))/2 + ...
ossia E = il famoso termine di Einstein + la
classica energia cinetica del corpo + ...
3 - L'interesse di quanto precede non consiste
tanto nell'identità E = m*(c^2), bensì nella comparsa di quell'addendo costante
M*(c^2) , dipendente soltanto dalla massa propria del corpo, ossia di quella
che da allora viene considerata l'energia a riposo di un qualsiasi corpo di
massa propria M (naturalmente E = m*(c^2) diventa E = M*(c^2) nel riferimento
di quiete del corpo).
4 - Ho detto in 1 che l'espressione in parola
forniva UNA espressione etc., dal momento che l'energia meccanica è definita
soltanto a meno di una costante additiva K, sicché avrebbe potuto benissimo
scriversi:
E = m*(c^2) + K
e quindi volendo anche:
E = m*(c^2) - M*(c^2) = (m-M)*(c^2)
con la scomparsa dell'energia a riposo
nell'espansione in serie sopra riportata, che invece diventerebbe:
E = (m-M)*gamma*(c^2) = (M*(v^2))/2 + ... .
Insomma, si può trovare un'espressione di E
secondo la quale nel riferimento di quiete del corpo la sua energia meccanica
diventa zero, come si era sempre fino allora ritenuto.
5 - È proprio qui secondo me che Einstein fu
ispirato da De Pretto, il quale aveva introdotto appunto il concetto di
"energia latente della materia". Nel famoso secondo lavoro
relativistico del 1905, Einstein NON dimostra la formula E = m*(c^2) , bensì
ARGOMENTA a favore della E = M*(c^2) , discutendo la diminuzione di massa
propria di un corpo che emette una quantità di energia elettromagnetica E: tale
diminuzione sarà appunto E/(c^2).
6 - Nelle parole di Einstein:
"If a body gives off the energy L in the
form of radiation, its mass diminishes by L/c². The fact that the energy
withdrawn from the body becomes energy of radiation evidently makes no
difference, so that we are led to the more general conclusion that the mass of
a body is a measure of its energy-content".
Traduzione
Se un corpo dà
l'energia L sotto forma di radiazione, la sua massa diminuisce per L / c 2. Il
fatto che l'energia prelevata dal corpo diventi energia di radiazione non fa
evidentemente differenza, per cui ci conduciamo al più generale Conclusione che
la massa di un corpo è una misura del suo contenuto energetico ".
Nelle parole di De Pretto:
"La materia di un corpo qualunque, contiene
in se stessa una somma di energia rappresentata dall'intera massa del corpo,
che si muovesse tutta unita ed in blocco nello spazio, colla medesima velocità
delle singole particelle. [...] La formula mv2 ci dà la forza viva e la formula
mv2/8338 ci dà, espressa in calorie, tale energia".
7 - In conclusione, è innegabile che c'è
equivalenza QUALITATIVA tra le due affermazioni, entrambe stupefacenti, con la
differenza che, mentre De Pretto appare convinto della sua concezione, Einstein
lo è assai meno, a partire dal titolo del suo articolo espresso in forma
interrogativa (ed isolato dalla memoria relativistica più ampia del 1905, quasi
che non volesse inficiare la prima con un'ipotesi alla quale non voleva
rinunciare pur non essendone del tutto persuaso). Nel contesto einsteiniano
l'energia latente nella materia è M*(c^2) , mentre per De Pretto, che la
considera la somma totale delle energie cinetiche delle particelle d'etere da
cui il corpo è composto, essa non può essere che la META' di detta formula, cioè
M*(c^2)/2 . Il calcolo di De Pretto è del tutto conforme alla sua teoria, e
l'espressione M*(c^2) , che pure lui utilizza ma unicamente quale
determinazione della "forza viva" del corpo, fornisce la
preconizzata energia solo quando la si divide per 2. Egli scrive infatti:
"La formula mv^2/8338 ci dà, espressa in
calorie, tale energia".
Qui al denominatore compare appunto il DOPPIO
dell'equivalente meccanico della caloria, che permette di calcolare un'energia
in calorie. Se avesse voluto intendere che l'energia era invece esattamente
M*(c^2) , utilizzando il simbolismo fin qui utilizzato, avrebbe scritto
M*(c^2)/4169 , e questo è quanto.
La conclusione alla quale perviene il De Pretto
era assolutamente incredibile per l'epoca, ossia del tutto al di fuori delle
conoscenze fisiche del tempo. Sono pienamente persuaso che Einstein ne venne a
conoscenza, tramite forse l'amico Besso, e la adattò alla sua nascente teoria
della relatività. De Pretto vi perviene invece all'interno della teoria
dell'etere, proprio la teoria che la relatività pretende di cancellare di
colpo, sicché è insensato scrivere che De Pretto fu un precursore della relatività
(proprio questo secondo me è anzi un suo merito!). Fu però senza dubbio un
precursore del concetto di energia latente della materia, e tale ardita ipotesi
gli deve essere positivamente riconosciuta.
Ricambio vivissime cordialità,
UB
Si ringrazia molto Il Prof. Bartocci per la sua generosa disponibilità.
Per eventuali ulteriori informazioni: olinto.depretto.fisico@gmail.com