PRESENTAZIONE
Ricerche di
Olinto De Pretto.
Laureato in
agraria, fu assistente alla Scuola di agricoltura di Milano e amministratore
della società "Ing. Silvio De Pretto & C" fondata dal fratello,
conferita nel 1920 nella società "De Pretto-Escher Wyss". Nel tempo
libero si dedicava allo studio della fisica, dell'astronomia e della geologia.
Coltivava l'ideale irredentistico a favore delle terre venete, all'epoca sotto
il dominio Asburgico.
Il 23
novembre del 1903 Olinto De Pretto presentò, al Reale Istituto Veneto
di Scienze, Lettere ed Arti, un saggio dal titolo “IPOTESI DELL'ETERE
NELLA VITA DELL'UNIVERSO”, in cui tentava, con diverse argomentazioni, di
dare una spiegazione teorica alla natura dell’etere e alla forza gravitazionale.
L’anno
successivo, il 27 febbraio 1904, il saggio venne ufficialmente pubblicato, a
cura del “Reale Istituto Veneto di Scienze, Lettere ed Arti”, con la
prefazione del senatore astronomo Giovanni Schiaparelli.
Ciò che
sorprende il lettore è che, alle pagine 29 e 30 del suo libro, Olinto De Pretto
aveva enunciato ed argomentato la relazione tra massa ed energia usando, per
la prima volta, la formula "mv²" dove, la lettera “v”,
rappresenta la velocità della luce.
Entrando nel
caso in discussione.
Albert
Einstein espose le sua teoria, sull’equivalenza tra massa ed energia, due anni
dopo nell’anno 1905 enunciando la relazione E=mc² dove la lettera “c” (definita
Costante Universale) indicava, anch’essa, la velocità della luce.
Due fisici veronesi Piero Zorzi e Omero Speri (periodo 1980) affermarono che Olinto De Pretto sarebbe stato il primo
ad arrivare all'intuizione della celebre formula E=mc² e che Albert Einstein si
sarebbe ispirato ai suoi lavori nel concepire la teoria della relatività.
Zorzi, Speri
e in seguito il Prof. Bartocci, con una ricerca durata diversi anni, argomentarono in
quali situazioni, Albert Einstein, poteva essere entrato in possesso del saggio
di De Pretto prima di enunciare, a sua volta, la teoria sulla equivalenza tra
materia ed energia.
Nel 1999 il
Dott. Umberto Bartocci, docente di storia della matematica all'Università di
Perugia, pubblicò su tale teoria un libro dal titolo ''ALBERT EINSTEIN E OLINTO
DE PRETTO - LA VERA STORIA DELLA FORMULA PIÙ FAMOSA DEL MONDO''.
Nel libro
scritto dal Dott. Prof. Umberto Bartocci troviamo:
ü tracciato
il ritratto di Olinto De Pretto che si distinse in diversi campi della scienza
e del sociale.
ü Pubblicato
per la prima volta il testo completo del libro scritto da De Pretto “IPOTESI
DELL’ETERE NELLA VITA DELL’UNIVERSO”. Ovviamente ricopiato con caratteri
moderni.
ü Immagini
e fotografie di persone dell’epoca che permettono di comprendere il contesto
nel quale De Pretto visse.
ü Nella
prima parte del testo una disamina delle contraddizioni del mondo della scienza.
Il testo di
Bartocci non è in libera vendita nelle librerie, bisogna
ordinarlo presso edizioni “ANDROMEDA” o presso MACROLIBRARSI.
In
alternativa il testo completo del libro di Bartocci ''ALBERT EINSTEIN E OLINTO
DE PRETTO - LA VERA STORIA DELLA FORMULA PIÙ FAMOSA DEL MONDO'' può
essere letto nel sito del Prof. Bartocci, libero da vincoli di
“copyright”.
Argomentazioni.
Tra le
argomentazioni, sostenute da Zorzi, Speri e Bartocci, che inducono a sostenere
che A. Einstein sia venuto a conoscenza delle teorie di Olinto De Pretto
possiamo citare:
ü in
quel periodo storico il numero di pubblicazioni scientifiche non era numeroso,
come ai nostri giorni, e, per un appassionato ricercatore come A.
Einstein, non poteva sfuggire l’occasione di leggerlo. E’ da considerare che
Einstein conosceva molto bene la lingua italiana in quanto aveva vissuto in
Italia, con la famiglia, per diversi anni.
ü La
famiglia di A. Einstein per diverso tempo aveva lavorato in Italia nel settore
della produzione di energia elettrica. Hermann e Jakob rispettivamente
padre e zio di Albert avevano realizzato e diretto: nel 1895 una centrale
idroelettrica per la città di Pavia e, agli inizi del '900 un generatore per la
produzione di energia idroelettrica allo scopo di fornire la illuminazione
pubblica di Isola della Scala cittadina situata nei pressi di Verona.
ü Il
Dott. Olinto De Pretto dirigeva l’azienda del fratello Ing. Silvio De Pretto
che produceva turbine per centrali idroelettriche, quindi le due famiglie,
probabilmente, erano in contatto.
ü A.
Einstein nel 1904, data di pubblicazione del libro di O. De Pretto, si era da
poco trasferito a Berna dove aveva trovato un impiego presso l’Ufficio Brevetti
ma era sempre in contatto con l’Italia in quanto veniva a visitare la propria
famiglia.
ü La
prova decisiva, comunque, consiste nel fatto che lo scienziato Michele Besso
era amico e frequentatore della famiglia De Pretto e nel contempo amico e
consulente scientifico di A. Einstein. E’ probabile che Michele Besso abbia
ricevuto da Silvio De Pretto o dall’ Ing. Francesco De Pretto (del quale era
molto amico) o da Olinto in persona una copia del libro e che questi lo abbia
sottoposto alla lettura di Einstein. Fu proprio Besso che convinse Albert,
reticente, a pubblicare un breve scritto che enunciava, a margine della
teoria della relatività, la famosa formula. Einstein, come del resto De
Pretto, aveva la preoccupazione di essere giudicato un visionario parlando di
teorie fisiche che uscivano da tutti i canoni dell’epoca.
ü Solo
Olinto però, con la sua semplicità e totale assenza di obiettivi di carriera
nell’ambito della comunità scientifica, espresse in modo pubblico la sua paura
di essere considerato un “pazzo”. Tanto dimostra come fu lui il primo a
concepire la teoria di equivalenza tra massa ed energia, concetto che oggi
consideriamo quasi scontato.
Nei fatti
Einstein
pubblicò la sua ricerca sulla relatività e, in modo separato, ha enunciato la
formula E=mc² nel 1905 esattamente un anno dopo l’uscita del libro “Ipotesi
dell’Etere nella Vita dell’Universo” ufficialmente pubblicato da Olinto De
Pretto.
Olinto De
Pretto da uomo di azienda, quale egli era, per dare concretezza al suo
pensiero, per quei tempi rivoluzionario, cercò di tradurre in modo misurabile
tale concezione di energia portata all’estremo. Scelse quindi di tradurre il
risultato in calorie carbone come è possibile leggere nella pagina 30 del suo
libro. Esprimendo, per quanto da lui stesso teorizzato, incredulità e profondo
timore. (vedi pagine riprodotte in home page).
E’ decisivo
quindi considerare che, per comprendere la forza del pensiero del Dott. O. De
Pretto, non è sufficiente discutere sulla paternità della formula E=mc² che, a
ben vedere, non ha significato pratico. Bisogna invece leggere le
argomentazioni espresse nel libro per concludere, senza ombra di dubbio, che
Olinto aveva intuito ciò che si cela dietro la fissione dell’atomo in un
periodo in cui nessuna tecnologia o ricerca poteva suggerire tale conclusione.
Ma il
pensiero espresso da Olinto, se pur in modo semplice quasi ingenuo, è ben più
profondo, in quanto, egli teorizza la equivalenza tra massa ed energia, un
principio fisico, che solo oggi si riesce a dimostrare con le applicazioni
degli acceleratori di particelle.
E’ da
osservare che molti commentatori hanno discusso della vicenda ma probabilmente
pochissimi di loro hanno veramente letto quanto è scritto nel libro di Olinto De
Pretto. Si invita quindi il lettore a valutare quanto effettivamente De Pretto
ha scritto sulle pagine numero 29 - 30 - 31 del suo saggio.
Non vi è
l’intenzione di voler sminuire il valore dello scienziato Einstein ma
sicuramente è giusto che venga reso merito su quanto, ancora una volta, il
pensiero italiano sia stato fonte di ispirazione e impulso per il progresso
scientifico.
Link
Al seguente indirizzo è possibile leggere i testi dei libri di Olinto De Pretto e del
Prof. Bartocci.
https://drive.google.com/drive/folders/0ByuLt5elLpAhbE9ka25wWHhjMVE?resourcekey=0-rOmbBqqaAMdYbm8UgSN4eA&usp=sharing