INTRODUZIONE

Nell’anno 1903 il Dott. Olinto De Pretto ha enunciato ed argomentato la relazione tra massa ed energia usando, per la prima volta, la formula E=mv² dove, la lettera “v”, rappresenta la velocità della luce. – Nell’anno 1904 il “Reale Istituto Veneto di Scienze, Lettere ed Arti” di Venezia pubblicò ufficialmente il saggio di De Pretto dal titolo “IPOTESI DELL'ETERE NELLA VITA DELL'UNIVERSO” rendendo pubblica, al mondo accademico, la rivoluzionaria intuizione. Il testo fu corredato dalla prefazione del senatore astronomo Giovanni Schiaparelli. De Pretto predice in modo chiaro ed eloquente la possibile esistenza dell’energia nucleare e i catastrofici effetti che si potrebbero ottenere dalla sua liberazione. Si invita a leggere il contenuto del testo .

Due anni dopo, nell’anno 1905, Albert Einstein espose le sua teoria enunciando la relazione E=mc² dove la lettera “c” (definita Costante Universale) indicava, anch’essa, la velocità della luce.

Pagine

mercoledì 2 agosto 2017

Gentili lettori,
per rendere più facile la lettura e la traduzione delle pagine del saggio di De Pretto, dal titolo IPOTESI DELL'ETERE NELLA VITA DELL'UNIVERSO”, nelle quali viene enunciata la formula "mv²" (Pagine 29 - 30 - 31) si riporta di seguito il testo riscritto. Alcune parti sono state intenzionalmente sottolineate.

Testo:

ENERGIA DELL'ETERE ED ENERGIA LATENTE NELLA MATERIA


Nei capitoli precedenti, abbiamo tentato di definire l'etere e di spiegare la sua azione sulla materia.
In questo fluido risiede tutta l'energia dell'Universo, energia che si può dire veramente infinita, come sono infiniti gli spazi, ed è l'energia sotto la forma più semplice ed originaria, mentre tutte le altre forme di energia, cioè la luce, l'elettricità, il calore ecc. non sono che derivati e come prodotti secondari, provocati dai movimenti della materia.

La formula mv², tenuto conto dell'immensa velocità v di vibrazione dell'etere, ci dà, se non la misura, almeno l'idea dell'immensità della forza che esso rappresenta.

Ma anche la materia deve rappresentare per s[è] una forza poiché si trova in rapidissimo perenne movimento. Non vi ha dubbio infatti che le particelle della materia sono impedite di precipitare le une sulle altre a perfetto contatto, perché l'etere le mantiene in continua vibrazione, intorno al punto di equilibrio, e tale rapidissimo movimento, deve necessariamente ammettersi, tanto per le particelle ultra atomiche, come pegli atomi e le molecole.

Perciò quando diciamo che la materia è inerte non dobbiamo intendere con questo che essa sia inattiva; la parola inerte spiega il vero ufficio della materia, rispetto all'attività dell'etere.
La materia infatti ubbidisce all'azione dell'etere, ne utilizza e immagazzina le energie, come il volante di una macchina a vapore, che si muove per l'impulso del vapore e ne immagazzina per l'inerzia, l'energia sotto forma di forza viva.

Ora se tutta l'intima compagine di un corpo è animata da movimenti infinitesimi, ma rapidissimi, al pari forse dell'etere, movimenti a cui nessuna particella si sottrae, si dovrebbe concludere che la materia di un corpo qualunque, contiene in se stessa una somma di energia rappresentata dall'intera massa del corpo, che si muovesse tutta unita ed in blocco nello spazio, colla medesima velocità delle singole particelle.

Ma tale deduzione ci conduce a delle conseguenze inattese ed incredibili. Un chilogrammo di materia, lanciato con la velocità della luce, rappresenterebbe una somma di tale energia da non poterla né anche concepire.

La formula "mv²" ci dà la forza viva e la formula "mv² / 8338" ci dà, espressa in calorie, tale energia.

Dato adunque "m = 1" e "v" uguale a trecentomila chilometri per secondo, cioè 300 milioni di metri, che sarebbe la velocità della luce, ammessa anche per l'etere, ciascuno potrà vedere che si ottiene una quantità di calorie rappresentata da 10794 seguito da 9 zeri e cioè oltre dieci milioni di milioni.

A quale risultato spaventoso ci ha mai condotto il nostro ragionamento? Nessuno vorrà facilmente ammettere che immagazzinata ed allo stato latente, in un chilogrammo di materia qualunque, completamente nascosta a tutte le nostre investigazioni, si celi una tale somma di energia, equivalente alla quantità che si può svolgere da milioni e milioni di chilogrammi di carbone; l'idea sarà senz'altro giudicata da pazzi.

Effettivamente, se deve essere fuori di discussione che tutte le particelle della materia siano in movimento, non è necessario per questo, l'ammettere che vibrino senz'altro con la velocità stessa dell'etere libero; e d'altra parte, date le circostanze in cui avviene il fenomeno, non è forse rigorosamente esatto il paragonare l'energia latente, all'energia rappresentata dalla stessa quantità di materia che si muova in blocco nello spazio colla medesima velocità.

Sia comunque, si riduca quanto si vuole il risultato a cui fummo condotti dal nostro calcolo, è pur forza ammettere che nell'interno della materia, deve trovarsi immagazzinata tale somma di energia da colpire qualunque immaginazione.

Che cosa è al confronto la forza che si può ricavare dal più ricco dei combustibili e dalle più energiche reazioni chimiche. Per noi è già meraviglioso un combustibile che sviluppi otto o diecimila calorie per ogni chilogrammo e non potrà facilmente entrarci l'idea che questo stesso combustibile, anche dopo bruciato, contenga in se stesso, cioè nelle scorie, nelle ceneri e nei gas della combustione, ben altra energia allo stato latente.

E del resto, perché si dovrà assegnare un limite all'energia di cui la materia è dotata e che rimarrà per noi sempre celata? Non è l'energia infinita, come sono infiniti gli spazi dove trovasi disseminata?

La velocità che assume la corrente elettrica lungo un filo, è superiore sembra a quella della stessa luce, e pure, una corrente elettrica appena sensibile, si propaga per lunghezze enormi quasi senza perdita. In tale propagazione entra in giuoco l'etere che si trova nella materia del filo, ma vi partecipa senza dubbio tutta la materia del filo stesso. Evidentemente se ciò avviene con consumo di energia affatto trascurabile, vuol dire che la materia del filo trovasi già in vibrazione naturale e costante e che la corrente elettrica non fa che influenzarne leggermente le vibrazioni, con assorbimento di energia affatto trascurabile. Questo stato di perenne vibrazione in cui trovansi le particelle di metallo e di cui abbiamo una prova evidente, si comprende come debba rappresentare una somma ingente di energie latenti.
La proprietà dei metalli di essere buoni conduttori potrebbe dipendere da una specie di armonia fra le vibrazioni dell'etere interposto alla materia del filo e le vibrazioni delle particelle materiali del filo stesso, per modo che non avvengono urti o perdite nello scambio delle vibrazioni elettriche.