Gentili lettori,
per rendere più facile la lettura e la traduzione delle pagine del saggio di De Pretto, dal titolo “IPOTESI DELL'ETERE NELLA
VITA DELL'UNIVERSO”, nelle quali viene enunciata la formula "mv²" (Pagine 29 - 30 - 31) si riporta di seguito il testo riscritto. Alcune parti sono state intenzionalmente sottolineate.
Testo:
ENERGIA DELL'ETERE ED ENERGIA LATENTE NELLA MATERIA
Nei capitoli
precedenti, abbiamo tentato di definire l'etere e di spiegare la sua azione
sulla materia.
In questo fluido
risiede tutta l'energia dell'Universo, energia che si può dire veramente
infinita, come sono infiniti gli spazi, ed è l'energia sotto la forma più
semplice ed originaria, mentre tutte le altre forme di energia, cioè la luce,
l'elettricità, il calore ecc. non sono che derivati e come prodotti secondari,
provocati dai movimenti della materia.
La formula mv²,
tenuto conto dell'immensa velocità v di vibrazione dell'etere, ci dà, se
non la misura, almeno l'idea dell'immensità della forza che esso rappresenta.
Ma anche la materia
deve rappresentare per s[è] una forza poiché si trova in rapidissimo perenne
movimento. Non vi ha dubbio infatti che le particelle della materia sono
impedite di precipitare le une sulle altre a perfetto contatto, perché l'etere
le mantiene in continua vibrazione, intorno al punto di equilibrio, e tale
rapidissimo movimento, deve necessariamente ammettersi, tanto per le particelle
ultra atomiche, come pegli atomi e le molecole.
Perciò quando
diciamo che la materia è inerte non dobbiamo intendere con questo che essa sia
inattiva; la parola inerte spiega il vero ufficio della materia, rispetto
all'attività dell'etere.
La materia infatti
ubbidisce all'azione dell'etere, ne utilizza e immagazzina le energie, come il
volante di una macchina a vapore, che si muove per l'impulso del vapore e ne
immagazzina per l'inerzia, l'energia sotto forma di forza viva.
Ora se tutta
l'intima compagine di un corpo è animata da movimenti infinitesimi, ma
rapidissimi, al pari forse dell'etere, movimenti a cui nessuna particella si
sottrae, si dovrebbe concludere che la materia di un corpo qualunque, contiene
in se stessa una somma di energia rappresentata dall'intera massa del corpo,
che si muovesse tutta unita ed in blocco nello spazio, colla medesima velocità
delle singole particelle.
Ma tale deduzione ci
conduce a delle conseguenze inattese ed incredibili. Un chilogrammo di materia,
lanciato con la velocità della luce, rappresenterebbe una somma di tale energia
da non poterla né anche concepire.
La formula "mv²" ci dà la forza viva e la formula "mv² / 8338" ci dà, espressa in calorie, tale energia.
Dato adunque "m = 1" e "v" uguale a trecentomila chilometri per secondo, cioè 300 milioni di
metri, che sarebbe la velocità della luce, ammessa anche per l'etere, ciascuno
potrà vedere che si ottiene una quantità di calorie rappresentata da 10794
seguito da 9 zeri e cioè oltre dieci milioni di milioni.
A quale risultato
spaventoso ci ha mai condotto il nostro ragionamento? Nessuno vorrà facilmente
ammettere che immagazzinata ed allo stato latente, in un chilogrammo di materia
qualunque, completamente nascosta a tutte le nostre investigazioni, si celi una
tale somma di energia, equivalente alla quantità che si può svolgere da milioni
e milioni di chilogrammi di carbone; l'idea sarà senz'altro giudicata da pazzi.
Effettivamente, se
deve essere fuori di discussione che tutte le particelle della materia siano in
movimento, non è necessario per questo, l'ammettere che vibrino senz'altro con
la velocità stessa dell'etere libero; e d'altra parte, date le circostanze in
cui avviene il fenomeno, non è forse rigorosamente esatto il paragonare
l'energia latente, all'energia rappresentata dalla stessa quantità di materia
che si muova in blocco nello spazio colla medesima velocità.
Sia comunque, si
riduca quanto si vuole il risultato a cui fummo condotti dal nostro calcolo, è
pur forza ammettere che nell'interno della materia, deve trovarsi immagazzinata
tale somma di energia da colpire qualunque immaginazione.
Che cosa è al
confronto la forza che si può ricavare dal più ricco dei combustibili e dalle
più energiche reazioni chimiche. Per noi è già meraviglioso un combustibile che
sviluppi otto o diecimila calorie per ogni chilogrammo e non potrà facilmente
entrarci l'idea che questo stesso combustibile, anche dopo bruciato, contenga
in se stesso, cioè nelle scorie, nelle ceneri e nei gas della combustione, ben
altra energia allo stato latente.
E del resto, perché si dovrà assegnare un limite all'energia di cui la materia è dotata e che
rimarrà per noi sempre celata? Non è l'energia infinita, come sono infiniti gli
spazi dove trovasi disseminata?
La velocità che
assume la corrente elettrica lungo un filo, è superiore sembra a quella della
stessa luce, e pure, una corrente elettrica appena sensibile, si propaga per
lunghezze enormi quasi senza perdita. In tale propagazione entra in giuoco
l'etere che si trova nella materia del filo, ma vi partecipa senza dubbio tutta
la materia del filo stesso. Evidentemente se ciò avviene con consumo di energia
affatto trascurabile, vuol dire che la materia del filo trovasi già in
vibrazione naturale e costante e che la corrente elettrica non fa che
influenzarne leggermente le vibrazioni, con assorbimento di energia affatto
trascurabile. Questo stato di perenne vibrazione in cui trovansi le particelle
di metallo e di cui abbiamo una prova evidente, si comprende come debba
rappresentare una somma ingente di energie latenti.
La proprietà dei metalli di essere buoni conduttori
potrebbe dipendere da una specie di armonia fra le vibrazioni dell'etere
interposto alla materia del filo e le vibrazioni delle particelle materiali del
filo stesso, per modo che non avvengono urti o perdite nello scambio delle
vibrazioni elettriche.