INTRODUZIONE

Nell’anno 1903 il Dott. Olinto De Pretto ha enunciato ed argomentato la relazione tra massa ed energia usando, per la prima volta, la formula E=mv² dove, la lettera “v”, rappresenta la velocità della luce. – Nell’anno 1904 il “Reale Istituto Veneto di Scienze, Lettere ed Arti” di Venezia pubblicò ufficialmente il saggio di De Pretto dal titolo “IPOTESI DELL'ETERE NELLA VITA DELL'UNIVERSO” rendendo pubblica, al mondo accademico, la rivoluzionaria intuizione. Il testo fu corredato dalla prefazione del senatore astronomo Giovanni Schiaparelli. De Pretto predice in modo chiaro ed eloquente la possibile esistenza dell’energia nucleare e i catastrofici effetti che si potrebbero ottenere dalla sua liberazione. Si invita a leggere il contenuto del testo .

Due anni dopo, nell’anno 1905, Albert Einstein espose le sua teoria enunciando la relazione E=mc² dove la lettera “c” (definita Costante Universale) indicava, anch’essa, la velocità della luce.

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domenica 16 luglio 2017

PRESENTAZIONE

Ricerche di Olinto De Pretto.
Laureato in agraria, fu assistente alla Scuola di agricoltura di Milano e amministratore della società "Ing. Silvio De Pretto & C" fondata dal fratello, conferita nel 1920 nella società "De Pretto-Escher Wyss". Nel tempo libero si dedicava allo studio della fisica, dell'astronomia e della geologia. Coltivava l'ideale irredentistico a favore delle terre venete, all'epoca sotto il dominio Asburgico.
Il 23 novembre del 1903 Olinto De Pretto presentò, al Reale Istituto Veneto di Scienze, Lettere ed Arti, un saggio dal titolo “IPOTESI DELL'ETERE NELLA VITA DELL'UNIVERSO”, in cui tentava, con diverse argomentazioni, di dare una spiegazione teorica alla natura dell’etere e alla forza gravitazionale.
L’anno successivo, il 27 febbraio 1904, il saggio venne ufficialmente pubblicato, a cura del “Reale Istituto Veneto di Scienze, Lettere ed Arti”, con la prefazione del senatore astronomo Giovanni Schiaparelli.
Ciò che sorprende il lettore è che, alle pagine 29 e 30 del suo libro, Olinto De Pretto aveva enunciato ed argomentato la relazione tra massa ed energia usando, per la prima volta, la formula "mv²" dove, la lettera “v”, rappresenta la velocità della luce.

Entrando nel caso in discussione.
Albert Einstein espose le sua teoria, sull’equivalenza tra massa ed energia, due anni dopo nell’anno 1905 enunciando la relazione E=mc² dove la lettera “c” (definita Costante Universale) indicava, anch’essa, la velocità della luce.
Due fisici veronesi Piero Zorzi e Omero Speri (periodo 1980) affermarono che Olinto De Pretto sarebbe stato il primo ad arrivare all'intuizione della celebre formula E=mc² e che Albert Einstein si sarebbe ispirato ai suoi lavori nel concepire la teoria della relatività.
Zorzi, Speri e in seguito il Prof. Bartocci, con una ricerca durata diversi anni, argomentarono in quali situazioni, Albert Einstein, poteva essere entrato in possesso del saggio di De Pretto prima di enunciare, a sua volta, la teoria sulla equivalenza tra materia ed energia.
Nel 1999 il Dott. Umberto Bartocci, docente di storia della matematica all'Università di Perugia, pubblicò su tale teoria un libro dal titolo ''ALBERT EINSTEIN E OLINTO DE PRETTO - LA VERA STORIA DELLA FORMULA PIÙ FAMOSA DEL MONDO''.
Nel libro scritto dal Dott. Prof. Umberto Bartocci troviamo:
ü  tracciato il ritratto di Olinto De Pretto che si distinse in diversi campi della scienza e del sociale.
ü  Pubblicato per la prima volta il testo completo del libro scritto da De Pretto “IPOTESI DELL’ETERE NELLA VITA DELL’UNIVERSO”. Ovviamente ricopiato con caratteri moderni.
ü  Immagini e fotografie di persone dell’epoca che permettono di comprendere il contesto nel quale De Pretto visse.
ü  Nella prima parte del testo una disamina delle contraddizioni del mondo della scienza.

Il testo di Bartocci non è in libera vendita nelle librerie, bisogna ordinarlo presso edizioni “ANDROMEDA” o presso MACROLIBRARSI.
In alternativa il testo completo del libro di Bartocci ''ALBERT EINSTEIN E OLINTO DE PRETTO - LA VERA STORIA DELLA FORMULA PIÙ FAMOSA DEL MONDO'' può essere letto nel sito del Prof. Bartocci, libero da vincoli di “copyright”.

Argomentazioni.
Tra le argomentazioni, sostenute da Zorzi, Speri e Bartocci, che inducono a sostenere che A. Einstein sia venuto a conoscenza delle teorie di Olinto De Pretto possiamo citare:
ü  in quel periodo storico il numero di pubblicazioni scientifiche non era numeroso, come ai nostri giorni, e, per un appassionato ricercatore come A. Einstein, non poteva sfuggire l’occasione di leggerlo. E’ da considerare che Einstein conosceva molto bene la lingua italiana in quanto aveva vissuto in Italia, con la famiglia, per diversi anni.
ü  La famiglia di A. Einstein per diverso tempo aveva lavorato in Italia nel settore della produzione di energia elettrica. Hermann e Jakob rispettivamente padre e zio di Albert avevano realizzato e diretto: nel 1895 una centrale idroelettrica per la città di Pavia e, agli inizi del '900 un generatore per la produzione di energia idroelettrica allo scopo di fornire la illuminazione pubblica di Isola della Scala cittadina situata nei pressi di Verona.
ü  Il Dott. Olinto De Pretto dirigeva l’azienda del fratello Ing. Silvio De Pretto che produceva turbine per centrali idroelettriche, quindi le due famiglie, probabilmente, erano in contatto.
ü  A. Einstein nel 1904, data di pubblicazione del libro di O. De Pretto, si era da poco trasferito a Berna dove aveva trovato un impiego presso l’Ufficio Brevetti ma era sempre in contatto con l’Italia in quanto veniva a visitare la propria famiglia.
ü  La prova decisiva, comunque, consiste nel fatto che lo scienziato Michele Besso era amico e frequentatore della  famiglia De Pretto e nel contempo amico e consulente scientifico di A. Einstein. E’ probabile che Michele Besso abbia ricevuto da Silvio De Pretto o dall’ Ing. Francesco De Pretto (del quale era molto amico) o da Olinto in persona una copia del libro e che questi lo abbia sottoposto alla lettura di Einstein. Fu proprio Besso che convinse Albert, reticente, a pubblicare un breve scritto che enunciava, a margine della teoria della relatività, la famosa formula. Einstein, come del resto De Pretto, aveva la preoccupazione di essere giudicato un visionario parlando di teorie fisiche che uscivano da tutti i canoni dell’epoca.
ü  Solo Olinto però, con la sua semplicità e totale assenza di obiettivi di carriera nell’ambito della comunità scientifica, espresse in modo pubblico la sua paura di essere considerato un “pazzo”. Tanto dimostra come fu lui il primo a concepire la teoria di equivalenza tra massa ed energia, concetto che oggi consideriamo quasi scontato.

Nei fatti
Einstein pubblicò la sua ricerca sulla relatività e, in modo separato, ha enunciato la formula E=mc² nel 1905 esattamente un anno dopo l’uscita del libro “Ipotesi dell’Etere nella Vita dell’Universo” ufficialmente pubblicato da Olinto De Pretto.

Olinto De Pretto da uomo di azienda, quale egli era, per dare concretezza al suo pensiero, per quei tempi rivoluzionario, cercò di tradurre in modo misurabile tale concezione di energia portata all’estremo. Scelse quindi di tradurre il risultato in calorie carbone come è possibile leggere nella pagina 30 del suo libro. Esprimendo, per quanto da lui stesso teorizzato, incredulità e profondo timore. (vedi pagine riprodotte in home page).
E’ decisivo quindi considerare che, per comprendere la forza del pensiero del Dott. O. De Pretto, non è sufficiente discutere sulla paternità della formula E=mc² che, a ben vedere, non ha significato pratico. Bisogna invece leggere le argomentazioni espresse nel libro per concludere, senza ombra di dubbio, che Olinto aveva intuito ciò che si cela dietro la fissione dell’atomo in un periodo in cui nessuna tecnologia o ricerca poteva suggerire tale conclusione.
Ma il pensiero espresso da Olinto, se pur in modo semplice quasi ingenuo, è ben più profondo, in quanto, egli teorizza la equivalenza tra massa ed energia, un principio fisico, che solo oggi si riesce a dimostrare con le applicazioni degli acceleratori di particelle.
E’ da osservare che molti commentatori hanno discusso della vicenda ma probabilmente pochissimi di loro hanno veramente letto quanto è scritto nel libro di Olinto De Pretto. Si invita quindi il lettore a valutare quanto effettivamente De Pretto ha scritto sulle pagine numero 29 - 30 - 31 del suo saggio.

Non vi è l’intenzione di voler sminuire il valore dello scienziato Einstein ma sicuramente è giusto che venga reso merito su quanto, ancora una volta, il pensiero italiano sia stato fonte di ispirazione e impulso per il progresso scientifico.


Link
Al seguente indirizzo è possibile leggere i testi dei libri di Olinto De Pretto e del Prof. Bartocci.

https://drive.google.com/drive/folders/0ByuLt5elLpAhbE9ka25wWHhjMVE?resourcekey=0-rOmbBqqaAMdYbm8UgSN4eA&usp=sharing